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"Un'eredità imbarazzante" è il titolo di un romanzo umoristico che ha come fulcro della narrazione l'epopea che quattro fratelli si trovano ad affrontare dopo aver scoperto, con loro grande sorpresa, di essere stati nominati per voce del notaio Attilio Brambilla, quali unici eredi della fortuna della defunta zia Emy, donna dalla personalità forte e sensuale, ma ancor di più arguta, ironica, salace e dall'animo buono. Zia Emy, stupisce i nipoti con un lascito imbarazzante, che altro non è che l'epilogo di una vita totalmente vissuta sopra le righe: l'eredità consiste in una preziosa lucerna d'oro con una forma alquanto inconsueta, impreziosita da brillanti, rubini, zaffiri e smeraldi. Un bizzarro manufatto del valore di quattro milioni di euro, ma per un uso invero imbarazzante, e che porterà i quattro giovani: Gennaro, Michele, Totò e Barnaba, in un caleidoscopio di avvenimenti grotteschi dai toni parossistici e maliziosi, pur di aggiudicarselo. Quattro uomini, quattro caratteri, quattro debolezze, ma anche personalità ben distinte che mostreranno al lettore come di fronte ai soldi anche il più integerrimo è disposto a calarsi le braghe. Si ride, si piange, si suda.